lunedì 30 agosto 2010

Chuck Berry: Maybellene (21.05.1955)

Chuck Berry nasce in una famiglia della borghesia nera di Saint Louis, Missouri, nel 1926. Nonostante un incidente di gioventù lo porti brevemente in riformatorio, Berry è già sufficientemente benestante da avere acqusitato una piccola casa in città per vivere con la moglie e il figlio, quando si reca a Chicago da musicista dilettante per registrare due brani per la etichetta Chess Records.

Chuck Berry aveva cominciato come bluesman, imitando lo stile alla chitarra elettrico di T-Bone Walker. Ma aveva anche una passione per il country bianco e, tanto per ridere, aveva cominciato a inserire classici country nel suo repertorio. La cosa aveva inizialmente divertito e poi convinto il suo pubblico di colore, e, si dice, anche molti bianchi.

Quando Berry va alla Chess, questi non sono interessati al suo blues quanto alle sue frizzanti riscritture: il brano che viene scelto per aprire le registrazione (e come primo singolo di Berry) è "Maybellene", la riscrittura di un brano tradizionale chiamato "Ida Red" (qui la primissima versione registrata dalla Fiddlin' Powers Family il 29 agosto 1924) di cui Berry conosceva la versione country moderna realizzata da Bob Wills nel 1938 (qui una versione fatta da Wills e dalla sua band, tratta dalla televisione, nel 1951).

Oltre a "Maybellene", Chuck Berry incide anche "Wee wee hours", che farà da lato B per il singolo. Vi sono poi voci discordanti sul fatto che siano state incise in questa sessione o in una seconda sessione successiva altri due brani che verranno pubblicati su singolo a settembre ("Thirty Days" e "Together we will always be").

L'importanza di "Maybellene" per la storia del rock non può essere taciuta. Con questo brano per la prima volta un artista nero entra nella Top di Billboard dei dischi più venduti, al quinto posto. Il successo di Berry spalancherà così la strada a una vera e propria "marea nera", completando il processo iniziato da Bill Haley: prima i bianchi che suonano alla maniera dei neri (ricordiamo che il primo caso è la cover di Haley di "Rocket 88" di Ike Turner (entrambi del 1951)), poi i neri che suonano alla maniera dei bianchi. Fateli suonare insieme, ed ecco nascere il rock.

E' interessante notare il ruolo della chitarra in "Maybellene". Tecnicamente, Chuck Berry non è all'altezza dei professionisti che hanno studiato jazz (si ascoltino per esempio i coevi assoli di chitarra nei brani di Bill Haley): è pur sempre un grezzo musicista blues. Però è quella spontaneità, quel marchio ostinato blues, in una band ridotta all'osso, che farà della chitarra elettrica LO strumento del rock futuro.

"Wee wee hours" è un classico blues che rappresenta l'altro lato delle performance di Berry, con una eccellente performance al piano del suo collaboratore storico Johnny Johnson.

Nel secondo singolo, "Thirty Days", si ripropone praticamente l'identica struttura di "Maybellene", anche se qui troviamo il primo vero favoloso assolo di Berry, molto meno contratto che in "Maybellene". Il lato B è "Together we will always be", sul quale non sono purtroppo riuscito a mettere le mani.


CHUCK BERRY
A. Maybellene (Berry)
B. Wee wee hours (Berry)
Chess 1604


Chuck Berry, vocals & guitar;
Johnny Johson, piano
Willie Dixon, bass
Ebby Hardy, drums
?, maracas (solo su A)

Registrato il 21 maggio 1955
Pubblicato a luglio 1955



CHUCK BERRY
A. Thirty Days
B. Together we will always be
Chess 1610


Chuck Berry, vocals & guitar;
Johnny Johson, piano
Willie Dixon, bass
Ebby Hardy, drums

Registrato il 21 maggio 1955 o a settembre 1955
Pubblicato a settembre 1955

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